Massimo Gatta

Zanella e l’amore per il torchio

di Massimo Gatta, sul Sole 24 ore, 22 luglio 2012

 

Senza più l’energia benigna di Alessandro Zanella, di braccia e di pensiero, i suoi torchi ottocenteschi Stanhope, Washington e Vandercook restano muti nella cascina tipografica sulle colline moreniche di Valeggio sul Mincio; così come attoniti restano amici ed estimatori che hanno appreso della sua improvvisa scomparsa avvenuta a Creta. Ora sono definitivi la solitudine e il silenzio di quei torchi veronesi, gli ultimi ancora in attività, che Alessandro Zanella sapeva, da grande maestro, far gemere per il piacere degli occhi, della mente e del cuore.

Cresciuto al ritmo e al suono delle macchine tipografiche di Valdonega, nome legato alla geniale arte tipografica di Giovanni Mardesteig, e in seguito del figlio Martino (Officina Bodoni e Stamperia Valdonega), Zanella dal ’76 lega il suo nome all’arte nera.

Prima come apprendista, e in seguito socio, di Richard-Gabriel Rummonds e della sua Plain Wrapper Press (1966), attiva fino all’82. Poi nell’84, dopo il ritorno di Rummonds negli Usa, Zanella decide di fondare una propria stamperia, alla quale darà un nome ironicamente antico e moderno, Ampersand (dalla congiunzione latina et e del segno commerciale &).

Realizza così decine di capolavori tipografici; composizione e stampa rigorosamente manuali, attenzione maniacale per inchiostri, carta, legatura, caratteri. Un misto di rigore, geometria ed equilibrio palladiani, poesia antica e moderna, bellezza delle illustrazioni, setosità delle carte al tino impresse con il rilievo dei caratteri stampati manualmente.

Poi, dal ’79, la collaborazione con i Cento Amici del Libro, antico sodalizio di bibliofilia fondato a Firenze nel ’39 da Tammaro de Marinis, Gilberta Serlupi Crescenzi e Ugo Ojetti, per il quale stampa 8 titoli. Ma la tipografia è anche occasione pedagogica, preziosa chance da offrire a quanti credono ancora nel valore immutabile del libro cartaceo. Zanella decide di condividere con altri la sua militanza tipografica, il suo sapere essoterico, l’energia benigna di braccia e cuore. Nascono così i workshop, nel 2003 la collana “Sidus Iuliarium Resurgit”, e oggi “ZeroKilowatt”, zero energia ma quanta bellezza.

Corsi destinati a tutti, anche ai neofiti che mai hanno sfiorato la ghisa di un torchio. Nel 2009 la Biblioteca Vallicelliana di Roma rende omaggio ala nostro ultimo maestro stampatore, con l’elegante mostra “Stampare ad arte”, nella quale sono esposti i lavori della sua ultratrentennale avventura tipografica, intimamente legata alla plurisecolare tradizione veronese che da Felice Feliciano, attraverso Mardesteig e Riva, giunge fino a Zanella, a cui scomparsa segna oggi irrimediabilmente anche la fine della private press italiana.

I volumi da lui stampati, con il segno inconfondibile di Ampersand e con nel colophon il suono poetico di quella geografia tipografica, stampato a santa Lucia ai Monti, Valeggio sul Mincio, Verona, resteranno nella memoria e nella storia della tipografia privata italiana del Novecento.

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